L’impatto della crisi venezuelana sul mercato globale del petrolio.
Diversi segnali indicano che in Venezuela la presidenza di Nicolas Maduro è in pericolo, così come la guida del suo Partito Socialista Unito.
Nelle ultime due settimane si sono verificati diversi eventi che hanno segnato un ulteriore inasprimento dello scenario per il regime che ha portato al fallimento la quinta più grande economia del Sud America.
Se il Partito Socialista Unito vacilla, e se Maduro viene deposto, le conseguenze per il mondo del mercato del petrolio potrebbero essere molto significative. Dopotutto il Venezuela controlla ancora le riserve petrolifere più grandi del mondo e produce due milioni di barili al giorno.
A oggi, 28 aprile, su contano 32 morti durante le proteste contro il regime venezuelano. Secondo alcuni osservatori, le proteste non sono così grandi come potrebbero essere solo perché molti venezuelani sono troppo stremati dalla fame per parteciparvi.
Allo stesso tempo, il 20 aprile il governo venezuelano avrebbe preso il controllo di una fabbrica della General Motors (NYSE: General Motors Company [GM]).
Il colosso automobilistico statunitense è stato obbligato a licenziare 2.678 lavoratori locali. E il governo di Maduro sta minacciando di fare lo stesso nei confronti di una società spagnola di telecomunicazioni, accusata di supportare l’opposizione.
Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia secondo cui oltre 20 autobotti, che trasportano 7 milioni di barili di benzina, sono ferme sulla costa venezuelana.
Stanno aspettando di consegnare il loro carico, ma a quanto pare sono state fermate a causa di un mancato pagamento o di altri disordini. In un paese che soffre una grande scarsità di benzina (nonostante le ingenti riserve di greggio), una situazione simile potrebbe far presagire un ritorno a una società pre-industriale a meno che qualcosa non cambi.
Il mondo si concentra giustamente sulle immagini di sofferenza che arrivano dal Venezuela, ma un cambio di governo potrebbe avere una serie di conseguenze significative sull’economia mondiale, principalmente attraverso i mercati petroliferi.
Queste conseguenze dipenderanno dal tipo di rivoluzione che si abbatterà sul governo. Vediamo tre scenari possibili.
1. Un conflitto prolungato tra Maduro e l’opposizione
Questo scenario potrebbe includere rivolte di massa, scioperi (soprattutto da parte dei lavoratori nel settore petrolifero) e anche violenza. Questa è una situazione che il resto del mondo non auspica, per il bene dei venezuelani. Ma al contempo ne potrebbe risultare nel rally dei prezzi del petrolio più sostenuto.
Una crisi politica così lunga e di tali dimensione darebbe luogo a enormi interruzioni di produzione del petrolio e quindi a un rialzo costante dei prezzi, alleggerendo il carico dei paesi OPEC quanto dei partner non OPEC (come la Russia), che hanno provato a far crescere i prezzi del petrolio attraverso dei tagli di produzione.
Ciò permetterebbe all’OPEC e ai suoi partner di tornare a una produzione naturale, mentre i disordini in Venezuela si occupano di fare il lavoro sporco al posto loro.
Anche i produttori statunitensi di scisto, che hanno atteso a lungo un aumento dei prezzi che rendesse la produzione più redditizia, potrebbero beneficiarne.
2. Maduro si dimette oppure viene deposto velocemente
In questo caso viene sostituito da un altro membro del suo Partito Socialista Unito, che promette di continuare le politiche del predecessore, che hanno distrutto l’economia del paese, affamato le masse e messo in ginocchio il promettente settore dell’energia del paese. Se a prendere il potere sarà un politico simile, non farà altro che produrre una situazione di stallo. La crisi venezuelana non giungerà a conclusione e i mercati del petrolio resteranno in attesa di una svolta.
3. Maduro lascia o viene deposto e il suo successore mette in atto nuove politico
In questo scenario l’eventuale nuovo leader del Venezuela si offre di aumentare le opportunità di libero mercato nella nazione e si dimostra capace di negoziare degli accordi affidabili e produttivi con le società straniere in merito all’estrazione e alla produzione di petrolio. In questo modo la prospettiva dei ricavi ottenibili dalle riserve petrolifere potrebbe migliorare drasticamente per il Venezuela.
Nel lungo periodo, un nuovo leader che cerchi di cooperare con il resto nel mondo sul fronte del petrolio e ridare smalto all’infrastruttura del Venezuela contribuirà all’eccesso di scorte di petrolio sul mercato globale.
Da una parte l’Opec, di cui il Venezuela è membro fondatore, spingerà la nazione sudamericana a tenere bassa la sua produzione. Dall’altra un nuovo leader venezuelano potrebbe rendersi conto che il suo paese ha bisogno di soldi e che il mezzo più veloce per ottenerli è il petrolio.
Inoltre il Venezuela e in particolare il settore energetico hanno diversi debiti da pagare. Riassumendo, un nuovo leader con un piano per apertura del mercato e un nuovo flusso di petrolio proveniente dal Venezuela contribuiranno a far scendere i prezzi dell’oro nero.